I segreti della Collezione Lancia raccontati da Raffaele Terlizzi

Raffaele Terlizzi è stato per dieci anni il Responsabile della Collezione Lancia a Torino. La Collezione conserva i pezzi pregiati della produzione automobilistica Lancia dal 1906 agli anni ’90, ed è quanto era conservato nel Museo della Casa Automobilista di Via Caraglio chiuso, e mai riaperto, nel 2007.
Terlizzi attraverso il suo racconto ci accompagna per mano attraverso ricordi, fatti ed emozioni di una storia che descrive l’innovazione di questo marchio anche attraverso i restauri dei numerosi modelli della Collezione Lancia. Un racconto emozionante fatto da un uomo che non nasconde la sua passione e attaccamento al lavoro, oggi sempre più merce rara in un paese in cui la volgarità e la sciatteria sono diventati ingredienti di successo. Un racconto da seguire interamente perché, come in tutte le storie che si rispettino, non mancano spunti di riflessione e ispirazione anche per i più giovani.

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  • Fin da piccolo strenuo appassionato di motori , contagiato da papà che considerava l’automobile una creatura di famiglia : l’accudiva, la puliva, la coccolava, si preoccupava della sua salute. Ricordo nelle vacanze estive quando, assieme a mamma e alle mie sorelle , Renza, la più grande e Lilly, la più piccola, ci portava a Montecatini Terme, la meta preferita. stando sempre attento a ogni minimo rumore che improvvisamente provenisse dal motore o dalla carrozzeria. Anzi, in viaggio ci zittiva continuamente per poter meglio ascoltare che cosa l’automobile volesse dirgli . ………………..Quali auto ?? L’Appia III serie : ma non so come riuscii a convincere papà . L’Appia rivelò subito le sue doti migliori: il motore , la buona tenuta di strada e la pronta ripresa. Per non parlare della qualità delle finiture : proprio una piccola Rolls Royce ! Appena a bordo sei totalmente immerso nell’atmosfera Lancia del tempo , catturato dall’ ordine, dalla precisione e dalla qualità di ogni particolare. Come i due grandi orologi che da dietro al sottile volante brillano di luce propria, mentre l’imbottitura soffice della plancia balza evidente all’occhio, interrotta da vari pomelli che fanno capolino dalla parte inferiore. Osservi i robusti blocca porte superiore e inferiore delle portiere ad apertura a libro che senza montante centrale si chiudono dolcemente, senza alcun sforzo , accompagnate dal classico “clack” ovattato tipico della Lancia. Inserita la minuscola chiave nel blocchetto d’accensione e ruotata a destra, dopo una leggera pressione senti il motore a 4 cilindri Vu stretto che emette un canto sommesso , rotondo e armonioso, in ritmica sequenza. Ora puoi iniziare a gustare il piacere di viaggiare in Lancia ed apprezzarne in pieno le doti. In seguito giunsero le varie Fulvia, prima la normale, poi la GT e infine l’ultima, la II serie. Particolare e tanto gradevole il sibilo metallico emesso da motore, valvole e dai collettori , tutto in alluminio. La musica di quel suono melodioso mi risuona ancor oggi nelle orecchie! Vettura silenziosa, di classe ben accessoriata, interni e selleria in panno di lana di qualità, plancia con strumenti in bella evidenza e cambio al volante, che nell’ultima serie si spostò al pavimento. La tenuta di strada ? Molto buona, quella tipica della trazione anteriore, come del resto le tante vittorie nei rally in versione coupé, Montecarlo incluso, ben presto dimostrarono. Papà ne era entusiasta. Ma potrei forse non menzionare la bellissima Beta coupé 1600 ? Uscita qualche tempo dopo la berlina su design di Piero Castagnero , l’autore della mai dimenticata “Fulvia Coupé”, fu progettata ancora dai tecnici dello storico stabilimento Lancia di Borgo San Paolo, nonostante il recente passaggio sotto l’egida Fiat. L’interno composto da 4 poltroncine separate dotate di poggiatesta e la plancia di inedito disegno con pannelli dall’effetto legno , la qualificavano bella ed elegante. Le primissime unità avevano il fondo della strumentazione e dell’orologio colorate in giallo. Eccezionale per l’epoca. La bella coupé nel tragitto quotidiano, Ciriè-Torino, diretto alla Teksid in Corso Mortara, dimostrò subito le notevoli doti : silenziosa, confortevole, stabilissima, molto brillante e anche veloce, i freni potenti come nessuna. Il giusto consumo di carburante e i costi ragionevoli di esercizio. Durante quel breve viaggio, ogni volta mi voltavo a guardare con ammirazione la vetta del Monviso ergersi elegante e maestosa lungo la strada provinciale appena fuori città. Nel periodo invernale, quando tutto era ammantato di neve, appariva ancora più alta ed imponente. Impossibile non ammirarla ogni qualvolta si transita su quella strada. A metà degli anni ’80 anche l’automobile cambiò e arrivò la Lancia Delta GT i.e. a trazione anteriore , colore bianco-ghiaccio, più pratica e confortevole della coupé. Nata circa quarant’anni anni or sono è l’ennesima dimostrazione della capacità di innovazione tecnologica della Lancia , la sua ragion d’essere , che lascia un segno indelebile sul mercato italiano e europeo per quasi tre lustri. Lo stile moderno frutto della matita di Giorgetto Giugiaro, il migliore del momento, linee squadrate quasi “ortodosse” in quattro metri di lunghezza ne caratterizzano il design. In sintesi: motore brillante e disponibile dotato di ottime accelerazioni e buona ripresa, anche se il cambio ha l’inserimento delle marce piuttosto difficoltoso. Impeccabile la tenuta di strada in rettilineo e in curva, contraddistinta però dal rollio piuttosto marcato, compensato dallo sterzo pronto e maneggevole. Quali altre vetture avrei potuto desiderare di più ??

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  • Forza Lancia from Germany

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