Fu in quell’anno che acquistai anch’io , come alcuni colleghi di lavoro, la bellissima Lancia Fulvia coupé 1,6 , la “fanalona” : cerchi in lega, colore blu Lancia, ovviamente , selleria in panno di lana Zegna grigio chiaro. Disegnata da Piero Castagnero qualche tempo dopo la berlina, venne progettata ancora dai tecnici dello storico stabilimento Lancia di Borgo San Paolo, nonostante il recente passaggio sotto l’egida Fiat. I posti davanti composti da poltroncine separate dotate di poggiatesta e la plancia di inedito disegno dai pannelli ad effetto legno erano la classica ciliegina sulla torta.
Nel tragitto quotidiano, Ciriè-Torino, diretto alla Teksid in Corso Mortara, dimostrò subito le notevoli doti : silenziosa, confortevole, stabilissima, molto brillante e anche veloce, i freni potenti come nessuna. Cos’altro ? Il giusto consumo di carburante e i costi ragionevoli di esercizio. Durante quel breve viaggio, ogni volta mi voltavo a guardare con ammirazione la vetta del Monviso ergersi elegante e maestosa lungo la strada provinciale appena fuori città. Nel periodo invernale, quando tutto era ammantato di neve, appariva ancora più alta ed imponente. Impossibile non ammirarla ogni qualvolta si transita su quella strada.
E poi i viaggi di Marisa dalla Val Tidone, dopo la visita ai genitori , fino a Locate Triulzi , a Sud di Milano, per raggiungere la scuola dove insegnava. Come d’abitudine, in souplesse e in agilità, la coupé scivolava via flessuosa e sorniona da bravo felino, ma anche veloce tra le brughiere e i casolari della bassa pianura lombarda.
Oppure a Torino, spesso e volentieri, per le visite al Museo Egizio, al Palazzo Reale in Piazza Castello oppure lungo i portici di Via Po, da cui spunta ogni tanto la bellissima Mole, il simbolo della città. Ma anche in Piazza Vittorio Veneto, ammirando là in fondo la Gran Madre dall’altra parte del Po e più in alto la chiostra dell’Abbazia di Superga e a destra Pino Torinese. Proseguendo s’incontrano la signorile Via Roma e Piazza San Carlo, una delle più belle piazze d’Italia con le deliziose pasticcerie, i negozi di abbigliamento e di argenteria, sempre addobbati con tanto buon gusto, come i torinesi sanno fare.
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Fu in quell’anno che acquistai anch’io , come alcuni colleghi di lavoro, la bellissima Lancia Fulvia coupé 1,6 , la “fanalona” : cerchi in lega, colore blu Lancia, ovviamente , selleria in panno di lana Zegna grigio chiaro. Disegnata da Piero Castagnero qualche tempo dopo la berlina, venne progettata ancora dai tecnici dello storico stabilimento Lancia di Borgo San Paolo, nonostante il recente passaggio sotto l’egida Fiat. I posti davanti composti da poltroncine separate dotate di poggiatesta e la plancia di inedito disegno dai pannelli ad effetto legno erano la classica ciliegina sulla torta.
Nel tragitto quotidiano, Ciriè-Torino, diretto alla Teksid in Corso Mortara, dimostrò subito le notevoli doti : silenziosa, confortevole, stabilissima, molto brillante e anche veloce, i freni potenti come nessuna. Cos’altro ? Il giusto consumo di carburante e i costi ragionevoli di esercizio. Durante quel breve viaggio, ogni volta mi voltavo a guardare con ammirazione la vetta del Monviso ergersi elegante e maestosa lungo la strada provinciale appena fuori città. Nel periodo invernale, quando tutto era ammantato di neve, appariva ancora più alta ed imponente. Impossibile non ammirarla ogni qualvolta si transita su quella strada.
E poi i viaggi di Marisa dalla Val Tidone, dopo la visita ai genitori , fino a Locate Triulzi , a Sud di Milano, per raggiungere la scuola dove insegnava. Come d’abitudine, in souplesse e in agilità, la coupé scivolava via flessuosa e sorniona da bravo felino, ma anche veloce tra le brughiere e i casolari della bassa pianura lombarda.
Oppure a Torino, spesso e volentieri, per le visite al Museo Egizio, al Palazzo Reale in Piazza Castello oppure lungo i portici di Via Po, da cui spunta ogni tanto la bellissima Mole, il simbolo della città. Ma anche in Piazza Vittorio Veneto, ammirando là in fondo la Gran Madre dall’altra parte del Po e più in alto la chiostra dell’Abbazia di Superga e a destra Pino Torinese. Proseguendo s’incontrano la signorile Via Roma e Piazza San Carlo, una delle più belle piazze d’Italia con le deliziose pasticcerie, i negozi di abbigliamento e di argenteria, sempre addobbati con tanto buon gusto, come i torinesi sanno fare.