La collezione Lancia: tra passato e presente

Nei giorni scorsi lo staff di savelancia.it ha avuto la possibilità di visitare la collezione Lancia, ovvero la raccolta dei 95 modelli del patrimonio storico di uno dei marchi più innovativi dell’automobilismo mondiale. La collezione “riposa” alle porte di Torino dal 2007 in un capannone industriale del gruppo FCA in località Beinasco, lontano da occhi indiscreti e protetta da un team che nonostante tutte le difficoltà sta cercando di permettere a questi gioielli di essere conservati per un futuro migliore. Diciamocelo subito questa collezione non è aperta al pubblico e al momento, per bocca del suo stesso responsabile, non è prevedibile la riapertura in una nuova veste museale, anche perché la location non offre le condizioni necessarie per permettere a tutte le tipologie di visitatori di fruirne adeguatamente.
Facciamo un passo indietro, un museo – Lancia – lo possedeva, inaugurato il 5 novembre del 1971 e dedicato proprio a Vincenzo, aveva sede permanente presso la filiale Lancia di via San Paolo 170 a Torino e vantava un parco modelli di 16 auto. La chiusura avvenne nel 1991.
Racconti di corridoio narrano di successivi ritrovamenti di altri storici modelli nei piani interrati dello stabilimento di Borgo San Paolo, in condizioni non del tutto ottimali.
E veniamo a quello che per molti anni sarà il “custode” di quella collezione il Dott. Enrico Masala: diventato nel 1994 Responsabile Pubblicità e Immagine di Lancia, una delle sue prime iniziative, in occasione del novantesimo anniversario del brand, fu proprio quella di proporre una serie di eventi celebrativi della ricorrenza tra cui un tour itinerante. A Masala fu attribuito il compito di valorizzare questo patrimonio anche alla luce del ritrovamento di nuovi pezzi per quella che sarebbe diventata la collezione Lancia, riuscendo ad ottenere risorse economiche per permettere il restauro di molte vetture e l’allestimento di una esposizione in un grande locale nei pressi di via Caraglio sempre a Borgo San Paolo. Era il 15 febbraio 1997, la collezione Lancia fu inaugurata con un limite che purtroppo segnerà la sua stessa condanna: non potersi fregiare del titolo “museo” che l’avrebbe difesa come avvenuto nel caso Alfa Romeo ad Arese. Ad aggravare la situazione si aggiungeva l‘irrimediabile e lenta dismissione dello stabilimento di Borgo San Paolo che aveva reso l‘intera area facile mira di voraci appetiti di costruttori pronti a spartirsi una delle zone più promettenti di Torino, un’immensa superficie con palazzoni e negozi al posto delle officine che hanno dato la luce a vetture uniche ed indimenticabili, massima espressione dell’eccellenza meccanica italiana.
La collezione chiude al pubblico nell’estate del 2007 e le vetture vengono spostate nella location attuale di Beinasco: oggi a dieci anni da quella chiusura, concluso da tempo il mandato di Masala e quello di Rino Drogo, a preservarne il valore e la manutenzione abbiamo Raffaele Terlizzi che abbiamo incontrato per verificare di persona lo stato e la situazione in cui versano le vetture.
Qui dentro troviamo quindi circa cento vetture Lancia, tra cui figurano vetture stradali e grandi classici, da competizione, prototipi da salone e pezzi unici. Il viaggio parte da automobili come la Lancia Alpha del 1906 o la strepitosa Aurelia B24 spider, passando da una straordinaria Lambda e rari esemplari quali la Delta S4 o la 037 in versione stradale costruite entrambe solo in duecento esemplari, versioni speciali come le Limousine su base Thema e Kappa, e anche veri e propri esemplari unici testimoni della volontà di un’epoca in cui la sperimentazione rappresentava un ruolo importante per le case automobilistiche, per esempio la Trevi VX Bimotore fatta costruire da Giorgio Pianta. O ancora prototipi funzionanti che avremmo voluto vedere realizzati come l’indimenticata reinterpretazione moderna della Fulvia del 2003. Altre vetture sono addirittura nuove e mai immatricolate: l’emozione di poter annusare gli interni in pelle frau di una Thema 8.32, con soli 300 km, non ha prezzo. Per un appassionato di motori che si rispetti l’emozione è straordinaria: ci sono praticamente talmente tante vetture mitologiche concentrate in uno spazio limitato da rischiare l’infarto,  come se all’improvviso uscissero dalla nostra testa le immagini dei nostri desideri e si concretizzassero in lamiera fiammante permettendoci di toccare con mano qualcosa di cosi unico e intenso nonostante il trascorrere  degli anni.
Possiamo comunque rassicurarvi, le voci apparse sul web relative alle condizioni precarie di questa collazione sono prive di fondamento. L’ambiente è decoroso e le auto sono tenute in condizioni ottimali nonostante le difficoltà che un piccolo team ha nella gestione di un totale di circa 400 modelli (compresi quelli degli altri brand FCA). Le abbiamo accarezzate, toccate sino a consumarci le mani e la voce di Terlizzi ci ha accompagnato in un giro che ogni lancista può al momento solo sognare ma che in questa magica giornata è stata possibile attraverso la visione reale dell’austera Lambda o delle aggressive Stratos e Delta etc. Il mito Lancia – oggi – vive qui, è innegabile, avvolto su stesso come un un vessillo di un esercito ormai in disarmo. Protetto, lontano dagli occhi di chi potrebbe azzardare un minimo confronto con l’attuale condizione del marchio fondato da Vincenzo Lancia, in un non luogo in cui l’emozione è smorzata dalla luce artificiale del neon.
Noi quel mito abbiamo potuto “vederlo”, o meglio, ci è stato permesso di farlo forse con il fine di potervi testimoniare attraverso il nostro racconto, che qualcuno si sta prendendo cura di esso e che nonostante l’oblio che ha avvolto il destino del marchio, chissà forse, dentro FCA ci sono ancora degli anticorpi che permetteranno un domani di poter tornare a guardare a Lancia non solo come simbolo di un incredibile passato scomodo da dismettere per non autoflagellarsi ma anche, e soprattutto, come possibile terreno fertile per futuro rilancio di cui essere orgogliosi.
Terlizzi, tra le righe, ci ha comunicato proprio questo sentiment, e il fatto che l’obiettivo del suo lavoro sia permettere a queste vetture non solo di essere lucidate ma anche manutenute, e periodicamente portate a “scorrozzare” in strada o in pista, ci ha sicuramente rassicurati. I restauri vanno avanti spediti, come quello della LC2 che prossimamente tornerà a far compagnia alle sue colleghe di collezione.
La nota negativa di questo racconto è che purtroppo la passione e la cura di un uomo che ha competenza viscerale dei motori e delle tecniche di restauro, purtroppo prossimo alla pensione, non vede all’orizzonte un passaggio di consegne con giovani altresì motivati da affiancargli per  permetterne la formazione. Ma questa è un’altra storia e se oggi finiamo di scrivere questo articolo dai gradini esterni di un capannone invece che dal tavolo dalla caffetteria del Museo Lancia è sicuramente perché i gravi errori di chi ha gestito il brand da vent’anni a questa parte ci ha privato della possibilità più importante: sfruttare quella storia incredibile per vivere un presente ed immaginare un futuro.
Gallery

(Per le foto dei modelli della collezione si ringrazia FCA Heritage)

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comment2 Commenti
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15 Commenti. Nuovo commento

  • Luciano Gastaldon
    13 Marzo 2017 20:32

    ci sono già stato 3 volte dal 2010 in poi, sempre accompagnato da Raffaele e rivedere queste immagini nonchè leggere queste righe mi crea un sussulto al cuore. Da lancista dico: sono strafelice che questo tesoro venga custodito come si deve e spero anche in futuro

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  • lancista71
    13 Marzo 2017 22:06

    Facciamo un confronto Porsche quasi 10anni fa investe 100 milioni di euro per il suo museo….la Porsche nasce nel’49….Lancia nel 1906…in Germania Ferdinand Piech….da noi il sig.Maglioncino e i babbei agnellini…a buon intenditor…

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  • Che spreco tenerle chiuse in un capannone piuttosto che esposte al museo dell auto qua a Torino !

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  • Ho sempre avuto auto Lancia sono super appassionato mi immagino che emozione trovarmi In un grande capannone con tutte quelle meraviglie poterle toccare ed ammirare! Spero che un giorno aprono al pubblico.

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  • In poche parole finché ci sarà Marchionne lancia non rinascerà… ma dopo forse chissà

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  • vittorio Pulp
    13 Marzo 2017 22:11

    Raffaele Terlizzi ed Enrico Masala sono due Signori con la S maiuscola, gentilissimi e disponibili con gli appassionati, mi permetto di citare anche il Signor Massimo Castagnola dell’archivio storico, persona straordinaria.

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  • Francesca Pasetti
    13 Marzo 2017 22:57

    Un ringraziamento speciale a Enrico Masala per aver gestito la collezione alla sua nascita e a Raffaele Terlizzi per l’appassionato mantenimento. Tutti i Lancisti vorrebbero rivedere osannati, ammirati, descritti e fotografati tutti i modelli del prestigioso marchio Lancia. Speriamo che in un futuro, non troppo prossimo, questo sia possibile! Viva Lancia!

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  • Alberto Gazzera
    13 Marzo 2017 22:58

    Nel resto del mondo si recuperano marchi “ridicoli”, da noi si fa morire una marchio che ha fatto la storia dell’auto !

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  • Massimo Gaspari
    14 Marzo 2017 13:20

    Questo bellissimo articolo mi provoca molta rabbia; le grandi case hanno rispolverato e messo a listino marchi (Dacia, Skoda, Seat) dalla storia e dal palmares nemmeno accostabili a Lancia; FCA che questo tesoro lo ha, lo lascia nascosto in un capannone e lascia a listino solo una misera citycar (chissà per quanto, poi)… Che amarezza.

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  • Roberto Maimone
    15 Marzo 2017 4:20

    Questo e’ il passato il presente ed il futuro? Occorrono nuove idee!

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  • Fabio Ricchieri
    15 Marzo 2017 7:50

    La mia domanda si lega anche alla nascente Lancia Heritage. E’ risaputo che in Fca, a differenza delle case autombilistiche tedesche, il patrimonio storico e’ accantonato e tutti gli sforzi sono concentrati al solo prodotto nuovo. Esiste solo un museo di brand oltre a quello Ferrari, ovvero il Museo Alfa Romeo, che non e’ nemmeno nato per volere di Fca, bensi’ ereditato e mantenuto in vita per forti pressioni esterne alla direzione Fca. Non cònsideriamo museo l’archivio storico di via Chiabrera seppure fantastico. Il Mio quesito riguarda la reperibilita’ dei pezzi di ricambio originali per le auto storiche. Bmw, Mercedes, Vw garantiscono il 100 dei ricambi anche per le auto degli anni 30, persino i tessuti dei sedili. il gruppo fiat come intende intraprendere la sfida dell’Heritage per le su auto storiche? Ha minimanente valutato di iniziare una partnership con i produttori metalmeccanici di stampaggi di gomma e lamierati, per iniziare a riprodurre pezzi dismessi ed esauriti? Per la lancia a Torino abbiamo Cavallitto che ogni anno, seguendo i disegni originali, commissiona la riproduzione di un pezzo nuovo. C’e’ qualche progetto in merito, concreto? Oppure Heritage e’ solo una campagna commerciale e d’immagine? Non faccio commenti sull’attuale produzione monomodello di auto che oramai costano meno delle Kia piu’ economiche e conservano un brand che invece rievoca lusso e vittorie sportive, ne tanto meno voglio commentare la scelta di rinchiudere un patrìmonio storico che dovrebbe essere messo a disposizione del pubblico ed invece e’ avidamente ed egoisticamente rinchiuso in un convento di clausura. Grazie. Ps.: i componenti plastici e di gomma di auto prodotte fino al 2002 sono gia’ esauriti e si trovano ormai solo di seconda mano, le plastiche si piegano e le gomme si crepano….le auto di 15 anni fa saranno le future storiche.

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  • 828BS0 (aka Emilio)
    15 Marzo 2017 13:48

    Buongiorno,
    abbiamo avuto la fortuna ed il privilegio come LCF (Lancia Club France) di poter ottenere alcune di queste magnifiche autooibili per esporle durante il salone Rétromobile a Parigi. Debbo dire che ogni volta il pubblico rimaneva esterefatto. Sfortunatamente da un paio d’anni questo ci è stato vietato, non conosco gli altarini della faccenda, ma in ogni caso voglio ringraziare le persone che ci diedero fiducia per mostarle.
    Eccole qui : http://www.lanciaclubfrance.com/souvenirssouveni/index.html (2010, 2009, …)

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  • stefano narici
    26 Giugno 2017 19:25

    Perchè Lancia non ha potuto acquisire il titolo di museo??………….Che cosa aspettano a dare alla collezione Lancia il titolo di museo??………..

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  • Il Gran Premio Nuvolari 2015 propone la formula dei due mari , con una prima tappa da Mantova, attraverso gli Appennini, fino alla Versilia, sul Mar Tirreno. La seconda tappa prevede una partenza da Forte dei Marmi e – passando per le bellezze di Toscana, Umbria e Marche l arrivo a Rimini, raggiungendo quindi le sponde dell Adriatico. Infine, la terza tappa parte da Rimini, attraversa le citt dell Emilia Romagna, e si conclude nuovamente nella citt natale di Tazio Nuvolari . Organizzato da Mantova Corse, con la collaborazione dell Automobile Club Mantova e del Museo Tazio Nuvolari, il Gran Premio vedr la partecipazione di oltre 330 vetture d epoca prodotte dal 1923 al 1969. Tra queste figura una Ardea del 1939 della Collezione Storica Lancia. Una presenza simbolica della Casa, che ha vinto la prima edizione storica della competizione nel 1954 con la D24 condotta da Alberto Ascari .

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