Museo Lancia

[cl-review quote=”« La Lancia ha conservato nel tempo, attraverso congiunture non sempre facili, una inconfondibile caratteristica, che ancor oggi la contraddistingue: lo sforzo di creare sempre qualcosa di nuovo, di apportare all’evoluzione dell’automobile il contributo di idee originali, di soluzioni avanzate »” author=”Agostino Canonica ” occupation=”Ex Presidente Lancia” type=”quote” layout=”clean”]
Benvenuti nel museo virtuale Lancia che aggiorneremo costantemente sino all’ultimo modello attualmente in produzione. Oggi di Lancia restano le macerie, non esistono più stabilimenti nè un museo, sul mercato c’è un solo modello di fascia bassa prodotto in Polonia, e per il futuro l’incertezza regna sovrana. Un museo – Lancia – lo possedeva, ora è stato chiuso e la collezione di modelli in essa contenuta è stata spostata in un capannone alla periferia di Torino, con accesso al pubblico vietato. Inaugurato il 5 novembre del 1971, il museo, aveva sede permanente presso la filiale Lancia di via San Paolo 170 a Torino.
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SALA VINCENZO

dalla fondazione al 1946

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La Lancia viene fondata ufficialmente il 27 novembre 1906 da Vincenzo Lancia (ex collaudatore ed ex pilota Fiat) e dall’amico Claudio Fogolin. Il mitico stemma contraddistinto dal volante e dalla bandiera – adottato, con varie modifiche, per oltre un secolo – viene creato dal conte Carlo Biscaretti di Ruffia, futuro fondatore del Museo dell’Automobile di Torino.

La prima automobile Lancia – la 12HP – viene presentata al Salone di Torino del 1908. Ben rifinita e comoda, può vantare la trasmissione a cardano e un motore 2.5 a quattro cilindri che le permette di raggiungere una velocità massima di 90 km/h. L’anno prima Vincenzo, dopo aver realizzato il primo prototipo della vettura, si ritrova costretto ad allargare a colpi di piccone la porta dello stabilimento per far uscire il veicolo e per poterlo collaudare.

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SALA GIANNI

dal 1947 al 1956
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Gianni Lancia, figlio di Vincenzo nasce il 16 novembre 1924 a Fobello (Vercelli). Nel 1947, appena laureatosi in ingegneria all’Università di Pisa, prende in mano l’azienda fondata dal padre, scomparso nel 1937.

Gianni investe subito molto denaro nella Lancia. Il risultato? Modelli di serie destinati a segnare la storia del’automobilismo italiano come l’Aurelia del 1950 e la Appia del 1953 e vetture da corsa in grado di trionfare in tutto il mondo: la D24 conquista la Carrera Panamericana del 1953 con Juan Manuel Fangio, la Aurelia si aggiudica il Rally di Monte Carlo del 1954 con Louis Chiron e la D50 di F1 permette ad Eugenio Castellotti di arrivare 3° nel Mondiale 1955.

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Aggiornato il giorno 25 OTTOBRE 2016

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