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Ardea. Capostipite di tutte le medie Lancia

Malgrado le dimensioni più ridotte, l’abitacolo dell’Ardea – il cui accesso è anche qui ottimo per via del sistema di apertura delle portiere ad armadio e della assenza del montante centrale – non sacrifica i passeggeri: la posizione molto avanzata del motore – montato quasi a sbalzo rispetto all’assale anteriore – consente una buona abitabilità complessiva, mentre gli occupanti dei posti posteriori finiscono anzi per disporre di un maggior spazio in altezza grazie alla linea della coda (o più precisamente della parte finale del tetto) più tozza e meno sfuggente rispetto a quella dell’Aprilia. Rimanendo in tema di carrozzeria, altri due particolari differenziano sensibilmente le due vetture: il cofano motore (che nella Ardea è realizzato in un sol pezzo e del più moderno tipo con apertura “a coccodrillo”) ed il bagagliaio (che qui non è accessibile dall’esterno ma dall’abitacolo). La ruota di scorta è invece accessibile dall’esterno, rimuovendo un apposito sportello recante la targa. Terminiamo con un cenno alle prestazioni della vettura che, grazie alla potenza del motore (piuttosto elevata in relazione alla classe ed alla cilindrata), alla leggerezza d’assieme (la vettura pesa, in ordine di marcia, qualcosa meno di 800 kg) ed alla buona forma aerodinamica (0,38 il suo coefficiente Cx), sono di tutto rispetto: velocità massima superiore ai 105 km orari e consumo inferiore agli 8 litri ogni 100 km.

Motore

Tipo: 100

  • MOTORE: 902,58 cm³
  • Anno: 1939 – 1953
  • Velocità Max: 105 km/h

La Lancia Ardea (o tipo 250) è dunque una piccola vettura, dalle brillanti prestazioni, che si presenta con una carrozzeria berlina a quattro porte la cui linea ricalca quella dell’Aprilia. Considerata l’ottima riuscita riscontrata sulla sorella maggiore, anche la struttura di questo nuovo modello è naturalmente del tipo “portante”. L’Ardea dispone di un motore (tipo 100) a 4 cilindri a V stretto (l’angolo della “V” dovrebbe essere di 19°54′ anche se qualche fonte riporta 17°40′) di 903 cm³ (alesaggio mm 65 e corsa mm 68) che eroga una potenza massima di 28,8 hp e che può ruotare al bel regime (per l’epoca) di 4600 giri al minuto. Seguendo i dettami di monsù Lancia, il progetto del motore dell’Ardea – oltre al già descritto sistema di distribuzione – prevede un gruppo leggero (circa 80 kg) e di dimensioni compatte, pur se con il monoblocco motore realizzato in ghisa a pareti sottili per evitare il ricorso alle leghe d’alluminio, giudicate più costose ed ancora non sufficientemente affidabili. Raffinato particolare di questo motore sono le bielle in duralluminio. I collaudi dell’Ardea vengono portati avanti dall’esperto Luigi Gismondi, che inizialmente utilizza alcune Aprilia munite di motore Ardea, e che non riscontra gravi inconvenienti, fatta salva una scarsa affidabilità degli ammortizzatori anteriori, cui peraltro si riesce infine a porre rimedio modificando opportunamente l’avantreno. Per quanto riguarda le sospensioni, ferma restando l’impostazione classica Lancia all’avantreno (ruote indipendenti con cannocchiali verticali incorporanti i molloni elicoidali ed ammortizzatori idraulici concentrici), troviamo un retrotreno non più “complesso” come quello dell’Aprilia, ma un più semplice e classico ponte rigido con balestre longitudinali Una caratteristica interessante è data dall’albero di trasmissione con giunti snodati ed elastici ad incastri cilindrici (all’interno di boccole in gomma). Il resto della trasmissione è composto dalla solita frizione monodisco a secco e da un cambio a quattro rapporti avanti, con ingranaggi del tipo a imbocco rapido. Questo il quadro riepilogativo delle misure di costruzione e di ingombro dell’Ardea poste a confronto con quelle della contemporanea Aprilia seconda serie: passo cm 244,0 (Aprilia 275,0), carreggiata anteriore cm 116,2 (126,2), carreggiata posteriore cm 118,0 (128,7), lunghezza vettura cm 361,5 (393), larghezza cm 138,0 (150,0), altezza cm 151,0 (153,0).

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