“Intanto l’ultimo lavoro che ci assegnarono, presumo per tenerci occupati considerato che con l’avvento della gestione Fiat si era messi un pò da parte, fù lo studio delle punterie idrauliche del bialbero Lampredi. Lo feci sotto la supervisione dell’Ing. Egidi. Mi licenziai io, il 31 Agosto 1981. In ufficio (n.d.r. dal 1979 diventato Ingegneria Lancia all’ interno di Fiat Auto Spa) l’atmosfera non era più quella di un tempo, né quella che auspicavo per il futuro. Non c’erano più scatti di categoria.
A quel tempo la direzione del personale, a chi si licenziava o veniva invitato a farlo, in sostanza i non graditi, elargiva una buonuscita consistente ma con la contropartita di non poter più essere assunto all’interno del gruppo. A me invece venne data la possibilità, cosa che mi permise di rientrare successivamente in Fiat.
Quando presentai le dimissioni mi chiamò l’ing. Pangallo che mi offrì un aumento di ben 80.000 lire ma ero talmente demotivato che non accettai.
Dal 1981 al 1987 (circa 6 anni) ho svolto la professione di artigiano e commerciante nel settore dell’elettronica (mia grande ed attuale passione), progettando e costruendo apparecchiature elettroniche nel settore degli audiovisivi. Ho installato i primi videoproiettori CRT tritubo Sony da 80 pollici in due nightclub di Torino.
Terminata l’esperienza e grazie all’incontro con un mio ex collega dell’allora ufficio telai in Lancia, feci domanda alla ditta U.T.S. (Ufficio Tecnico Studi) poi del gruppo COMAU, dove venni assunto nel maggio del 1987. Qui ripresi la mano sulla sezione longitudinale del 6V Alfa Romeo, e continuai sempre nel settore dei motori per tutti i marchi del gruppo, Ferrari compresa per la quale disegnai sul tecnigrafo la testa cilindri del 6V successore della F40 (alcuni fissaggi della testa dovevano essere fatti con una chiave speciale piegata, perché l’avvitatore normale non passava. In U.T.S. si prendevano commesse da tutti i marchi del gruppo. Con Fiat Auto Spa ho avuto modo di lavorare soprattutto sui diesel (col bravissimo Ing. Majorana, il papà del JTD). Sul 5 cilindri (il 2400 cc di K, Lybra, Thesis) feci lo studio dell’applicazione di un alternatore/motorino d’avviamento (trifase) montato sulla frizione che però, per quello che ricordo, non andò in produzione.
Ho vissuto con grande interesse e soddisfazioni il passaggio dal disegno cartaceo sul tecnigrafo a quello computerizzato. Non ebbi particolari difficoltà, forse merito della mia passione per l’elettronica e l’informatica.
Dopo 42 anni di lavoro sono andato in pensione nel marzo del 2002, devo dire senza rimpianti. Ho continuato per circa tre anni come consulente, dopodiché mi sono dedicato (e lo faccio tutt’ora) alla elettronica e programmazione, supportando l’attività di mio figlio impegnato in ambito di medicina del lavoro.
I miei colleghi ex Lancia erano già da tempo passati in Fiat, quelli di U.T.S chi in Fiat (auto), chi al Centro Ricerche Fiat (C.R.F) e chi in IVECO. La stessa UTS non esiste più, eravamo circa 600, con personale sparso in tutto il mondo, Cina, India, Argentina, Brasile e Germania. Nell’ufficio carrozzeria dell’U.T.S. (io ero in quello motori) si disegnò la cabina dei camion Scania. Il reparto ferroviario invece, partecipò allo studio del Pendolino. Avevamo un ufficio calcolo all’avanguardia che calcolava la frequenza di risonanza e la resistenza dei vari pezzi importanti della vettura e del motore. Si lavorò anche per Bmw.
Ecco, questi sono i ricordi ormai lontani di un ex “Uomo Lancia”. Non pretendono (né possono) ricostruire fedelmente gli eventi. Ai colleghi che leggeranno senza vedersi tra le persone citate chiedo sin d’ora scusa ! E’ stato per me un piacevolissimo ripasso. Di un modo di lavorare, di persone, di professionalità che hanno lasciato una traccia indelebile nel mondo dell’automobile. Sono orgoglioso di avervi contribuito.