La Regina Elisabetta e la sua visita a Palermo

Il passo insolitamente incerto, quasi tremante. Lo sguardo basso sulla voragine in autostrada, come incredulo. Al collo tre fili di perle, sul capo una toque rossa e blu in tinta col completo. Nel silenzio irreale di un pomeriggio di maggio, la regina Elisabetta, poco dopo essere atterrata all’aeroporto di punta Raisi insieme al principe Filippo, si lascia andare a una sola parola, pronunciata sottovoce. “Incredibile”. La ripete, quasi in trance. Non è un pomeriggio qualunque. È il 28 maggio del 1992, cinque giorni dopo la strage di Capaci in cui vennero assassinati il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. Un giorno che riesce a oscurare anche l’arrivo a Palermo della regina, scomparsa l’altro ieri dopo settant’anni al trono.

 

Lo scenario è di guerra, il silenzio tombale fa a pugni con il boato dei cinque quintali di tritolo esplosi centoventi ore prima. L’orologio segna le 14,56 quando i reali inglesi, a bordo di una Lancia Thema blu scortata da cinquanta auto, arrivano al luogo dell’attentato, attraversando il ponte Bailey approntato dall’esercito. La sosta è uno strappo al protocollo, un fuori programma voluto dalla sovrana. Non è il solo. Elisabetta si inchina davanti alla corona di fiori deposta dall’allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, a cui, poco prima dell’arrivo a Palermo, aveva inviato un messaggio in cui si diceva “profondamente scioccata per l’atrocità della morte di Falcone” e faceva le condoglianze “al popolo italiano e soprattutto a quello siciliano in questo tragico momento”. Deposita anche lei una corona di fiori, mentre il principe di Edimburgo, in completo grigio di grisaglia e cravatta blu, rivolge qualche domanda sull’accaduto al prefetto Mario Iovine.

Qui il video del telegiornale del giorno trasmesso durante il Tg1. Fonte Rai.

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