Era il 1983 quando la Lancia presentò questa Gruppo C che in teoria avrebbe avuto pochi rivali: 850 CV, 850 chili il peso, oltre 400 km/h di velocità massima (rilevata sul mitico rettilineo Hunaudières a Le Mans), uno 0-100 in meno di 3 secondi, carrozzeria in carbonio e kevlar, telaio a struttura centrale portante in alluminio con pannelli di Inconel), motore Ferrari 8 cilindri biturbo completamente in alluminio; un V8 di 2,6 litri, con doppio albero a camme in testa a ciascuna bancata, quattro valvole per cilindro, iniezione elettronica e carter secco. Un vero motore da competizione al quale l’Abarth aggiunge la sovralimentazione di due turbocompressori KKK che lavorano incrociati, per ridurre il “turbo-lag”, e due scambiatori aria/aria.
Nella progettazione del propulsore ebbe parte rilevante l’ingegner Nicola Materazzi , mentre il telaio fu progettato da Giampaolo Dallara (già noto per il progetto Lamborghini Miura).
Raffaele Terlizzi, già Responsabile della Collezione Lancia a Torino, ha seguito il progetto di restauro della vettura custodita nel corso degli anni ma non più funzionante. Un racconto appassionante in cui si potrà immergersi sino al test drive finale effettuato presso il circuito Campo Volo.