Lancia & Mille Miglia. Attacco al potere

Dopo aver vinto la Targa Florio del Maggio 1953 e la Carrera Panamericana nel successivo mese di Novembre, quì occupandovi tutti i gradini del podio, Gianni Lancia punta dritto l’obiettivo della Mille Miglia del Maggio 1954.

La più bella corsa del mondo, come viene ormai riconosciuta a tutti i livelli. Sicuramente tra le più affascinanti gare di durata su strada, insieme alla Targa Florio ed alla meno longeva Carrera Panamericana (solo 5 edizioni).

In quei primi giorni di Maggio del 1954 l’avversario da battere è ancora la Ferrari, giovane casa di Maranello entrata in campo come costruttore nel 1947 e sin da subito, l’anno successivo, vincitrice della XV Mille Miglia. Per il Drake non poteva esserci presentazione migliore. Dal 1948 fino al 1953 e senza soluzione di continuità, Enzo Ferrari dimostra non solo all’Alfa Romeo, “antica” dominatrice della gara in epoca prebellica, ma al mondo intero, i risultati tangibili della sua straordinaria visione imprenditoriale.

E così nel 1953, visto il successo riscontrato dalle gare di durata su strada, la FIA tramite la CSI (Commissione Sportiva Internazionale) istituisce il primo “Campionato del Mondo vetture Sport” : Gianni Lancia non viene colto impreparato. In Azienda dal 1947 come Condirettore dello Zio, Arturo Lancia Direttore Generale, ne assume la carica alla morte di quest’ultimo nel 1948. Amante delle corse in antitesi con il credo di papà Vincenzo, per tutta la durata del suo settennato sarà il piu strenuo appassionato della “sua” Lancia e sostenitore ella funzione energizzante dell’attività sportiva su quella produttiva di serie. Attento osservatore dei successi delle Aprilia  nelle gare di velocità locali di fine anni ‘40 nonchè degli ardimentosi clienti privati che si cimentano con la successiva Aurelia B10, nel 1951 coglie la ghiotta occasione  dell’entrata in produzione della meravigliosa coupé Aurelia B20 G.T. L’appetito vien mangiando: nasce la Squadra Corse Lancia con emblema l’elefantino, sinonimo di animale che “quando parte non lo ferma nessuno”. 

La scintilla che 3 anni dopo vedrà affermarsi la D24 n° 602 di Alberto Ascari alla Mille Miglia del 1954 scocca proprio dall’inatteso (per gli avversari) piazzamento dell’esordiente B20 G.T 2.000  n° 332 nell’edizione del 1951, col 2° podio dell’equipaggio Bracco-Maglioli alle spalle della Ferrari 340 di Villoresi equipaggiata con motore doppio di cilindrata. Strabiliante la pressoché identica velocità media di percorrenza della gara: 122 Km/h la Ferrari, 119 Km/h la Lancia. L’entusiasmo di Gianni Lancia è tale che nei due anni successivi, edizione 1952 e 1953, riconferma le sue vetture sul podio (3° posto con una Aurelia B20 G.T 2.000 e 3° posto con la esordiente D20 n° 606 di Bonetto, embrione quest’ultima delle Lancia Sport D). 

Quello del 1954 è perciò un vero e proprio guanto di sfida che l’azienda torinese lancia agli avversari, primo fra tutti Enzo Ferrari; non solo per aggiudicarsi il titolo del neonato Campionato per Vetture Sport, ma per andare oltre:

“Gianni Lancia ed i suoi consiglieri avevano intuito che la strada per la sopravvivenza della Lancia passava per la razionalizzazione del prodotto. Razionalizzazione che doveva investire non solo il modo di fare l’automobile “Lancia” ma anche la sua immagine e quindi il mercato. Di fronte alla introduzione, da parte della concorrenza, di macchine a basso costo e di grande diffusione, la sola strada lasciata libera alla Lancia era quella di un prodotto molto qualificato che sfruttasse in pieno la propria immagine già consolidata. In breve, appoggiando con dei qualificati successi sportivi una linea di macchine di prestigio, molto remunerative anche nel prezzo, la Lancia si sarebbe proposta negli anni Cinquanta, con quella stessa filosofia vincente che ha costituio la salvezza della Ferrari” (Valerio Moretti – La Scommessa di Gianni Lancia – Ed. Autocritica).

Torniamo alla XXI Edizione della Mille Miglia, prevista il 1-2 Maggio 1954 su un tracciato di 1.597 chilometri, con un tempo instabile e spesso piovoso e con, sul piano regolamentare, l’abolizioneo dell’obbligo della presenza a bordo di un secondo pilota-meccanico. Nessun altro attira i riflettori come il duello Torino-Modena; né l’Alfa Romeo, né la Mercedes impegnata sul ritorno in Formula 1, né gli inglesi (Aston Martin, Austin Healey) , idem dicasi per la Maserati. La Lancia schiera gli spider D24 (3.284 cc/245 cv), cilindrata tutto sommato “modesta”, però vetture molto maneggevoli ed affidabili, sintesi  della filosofia del Direttore Tecnico di Lancia S.p.a. Vittorio Jano che vi trasferisce la sua migliore esperienza (cambio differenziale al retrotreno, freni on-board..). Questa miscela derivante da una straordinaria telaistica si amplifica grazie al pregevole 6V quadrialbero bialbero 60° a doppia accensione opera del motorista di casa Lancia, Ettore Zaccone Mina, Perito Meccanico in Azienda dal 1936.  Ben altre invece, le cilindrate dell’avversario modenese. La Ferrari  punta su cavalli e cilindrata del V12 Lampredi: 4.954 cc. per 380 CV.

Auto straordinaria la D24, che non poteva non avere piloti di primissimo livello, a partire da Alberto Ascari. Gianni Lancia, rapidissimo e finanziariamente più dotato del Drake di Maranello, aprofittando del tergiversare di Ferrari sul rinnovo contrattuale del 1953, incantando come un musa l’asso del volante (fresco di Titolo di Campione del Mondo F1 1953) lo porta con se. Le altrettante validissime guide Lancia sono Piero Taruffi, Eugenio Castellotti e Gino Valenzano. 

La XXI Edizione della Mille Miglia si disputa dal 1° a 2° Maggio 1954 su un tracciato di 1.597 chilometri, con un tempo instabile e spesso piovoso e sul piano regolamentare, viene abolito  in questa edizione l’obbligo della presenza a bordo di un secondo pilota-meccanico.

Le Lancia partono velocissime. Poco lontano dalla partenza, in prossimità di Peschiera del Garda, Nino Farina esce di strada e la sua Ferrari finisce contro un platano. II pilota rimane ferito piuttosto seriamente. Pare gli sia stato riferito che Piero Taruffi, dietro di lui, con la sua Lancia fosse arrivato a Verona ad una media sbalorditiva, con ciò istigandolo a spingere al massimo. Taruffi continua la sua fuga ed a Ravenna passa a 175 Km/h di media. A Pescara è sempre al comando seguito dalle altre due Lancia di Ascari e di Castellotti. Maglioli è quarto con la Ferrari, alle sue spalle Gino Valenzano con l’altra Lancia e Parnell-Klemantaski con l’Aston Martin. Prima de L’Aquila esce di strada Valenzano e si ritira Castellotti per guai meccanici.

Taruffi tiene altissimo il ritmo ed arriva a Roma in testa, alla media record di 158 Km/h. Ascari è secondo a 4 minuti e 30 secondi, ha perso tempo per il cambio di una ruota danneggiata nell’urto di un marciapiede, ed è inseguito da Maglioli su Ferrari. Ma Taruffi, a Vetralla, è costretto ad uscire di strada per evitare un concorrente che sta superando e che lo chiude in una curva.

Ascari passa al comando e non ha nessuna intenzione di cederlo. In realtà, anche se Campione del Mondo di F1 1953, nell’ambiente non viene considerato “adatto” per le corse su strada, e questa è l’occasione ideale per smentire gli scettici (non certo Gianni Lancia e la sua Squadra Corse).  Vederlo in testa sembra un sogno. L’unico a non perdere la testa è il D.T. Vittorio Jano che, quando Ascari si presenta al controllo di Bologna a poco più di 300 km dall’arrivo, lo tiene fermo per un quarto d’ora per cambiare una gomma e riparare una molla del pedale acceleratore (con un elastico tolto dal calzino di un meccanico) ma, soprattutto con l’intento di fargli fare una rapida toilette per consentire di prendere un pò di respiro.

Alla fine, dopo 1.600 chilometri, il podio sarà tutto italiano: 1^ Lancia, 2^ Ferrari e 3^ Maserati. Ascari vola aggiudicandosi la Mille Miglia del 1954 a 139 Km/h di media, portandosi a pari merito con la Ferrari nel Campionato del Mondo vetture Sport.

Curiosamente l’incontestabile successo ottenuto nella Mille Miglia determinò, per converso, una sorta di disaffezione da parte dei responsabili della Lancia verso le Lancia Serie D-Sport. Evidentemente l’impegno sulla favolosa  D50 ed il suo imminente ingresso in F1 (che avverrà il 24 Ottobre 1954 al G.P di Spagna)  rivelatosi molto più gravoso del previsto, aveva in qualche maniera assorbito le energie.

Una favola. Ma non a lieto fine.

di Gianluca Ruiu

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