A causa della crisi economica dovuta all’epidemia Covid il settore auto è in panne: FCA chiede aiuto al Governo.
Un prestito da 6,3 miliardi di euro ad un tasso fortemente agevolato perché garantito da Sace e controgarantito in ultima istanza dallo Stato. Fca ha chiesto un finanziamento ad Intesa Sanpaolo chiedendo la garanzia della pubblica Sace. Lo strumento fa parte del pacchetto Garanzia Italia — inserito dal governo nel decreto Liquidità — ed è a disposizione delle grandi aziende per assorbire eventuali stress finanziari derivanti dall’im patto del Covid. In sintesi FCA, gruppo con sede legale in Olanda e fiscale a Londra (nel Regno Unito l’imposta sui redditi è al 20%, contro il 24% italiano), chiede denaro a una banca, sotto garanzia pubblica. La richiesta di Fca di accedere a una linea di credito con garanzia pubblica presenta “alcune incognite” a partire dal “ruolo” che la Francia potrà giocare alla luce del progetto di fusione tra il gruppo proprietario di Fiat e Chrysler e il colosso francese Psa, e soprattuto da quelle che noi definiremmo “doverose” condizioni che il Governo Italiano dovrebbe porre e dell’eventuale uso che si potrà fare di questi fondi. Lo Stato Francese, ricordiamo, è già nel capitale di Renault e Psa con l’intenzione di far pesare la sua voce sul destino della produzione automobilistica nazionale.
E l’Italia che farà? FCA sarà in grado di GARANTIRE che questo enorme prestito sarà utilizzato per salvaguardare gli impianti produttivi italiani dopo la crisi causata dal covid19? Che impegni si possono chiedere in vista del fatto che il prossimo piano industriale sarà presentato da un nuovo gruppo, parliamo del dopo fusione, che avrà testa “francese”?
