Biasion: la mancanza di un costruttore italiano ha allontanato il grande pubblico dai rally

Miki Biasion è l’uomo chiamato rally, uno che con Sandro Munari ha la forza evocativa di rendere sempre vive delle emozioni incredibili che hanno visto la Lancia vincente in anni di impegno nelle competizioni. Biasion continua ad essere un testimonial di quel periodo nonostante gli anni e nonostante di Lancia come costruttore automobilistico –  ormai  – si siano perse le tracce tra i business plan di FCA. In occasione del salone Automotoretrò di Torino è stato intervistato da Marco Congiu di automoto.it e noi cogliamo l’occasione di riproporre il testo di questo incontro. Cosa ci puoi dire di questa macchina? Devo dire che questa è una macchina un pò particolare l’ultima persona che è salita con me in questa automobile, è stato l’Avvocato Agnelli: questa è la vettura con cui ho vinto il Rally Safari del 1988 e tornato dal Kenya è salito l’Avvocato con me e abbiamo inaugurato il Salone dell’Automobile di Torino. Poi la macchina è rimasta al museo e non più stata guidata. Pensa a quanti anni…quasi 30 anni che non ci salivo ed è un’emozione. Cosa hanno significato per le te le gruppo B, la 037 e la S4? Diciamo che gli anni delle gruppo b sono gli anni in cui il Rally aveva raggiunto il massimo della popolarità, erano macchine estremamente veloci, estremamente popolari e purtroppo estremamente pericolose e proprio a causa di questa loro pericolosità sono state abolite ed è subentrato il gruppo A. Comunque io ho dei ricordi meravigliosi, perché in Argentina ho vinto la mia prima gara di mondiale con la S4, con la 037 ho fatto dei risultati fantastici a livello di campionato del mondo avendo vinto un europeo ed un italiano. Sono vetture che sono state il mio inizio di carriera ai massimi livelli per poi proiettarmi negli anni del gruppo A con i campionati del mondo.   Andavano più forti le gruppo B o le gruppo A? Sicuramente le gruppo B, velocissime erano delle vetture molto leggere sotto i 1000kg con più di 500 cv di potenza e delle accelerazioni incredibili. Erano vetture costruite appositamente per le competizioni: erano dei prototipi a tutti gli effetti. Le gruppo A soprattutto all’inizio erano vetture derivate dalla serie quindi pesante e con poca potenza poi si è evoluta logicamente e quindi la gruppo A ed è diventata una categoria estremamente competitiva, la Lancia del gruppo A nei sei anni che ha corso ha vinto sei titoli mondiali consecutivi quindi noi abbiamo sicuramente con l’Abarth abbiamo lavorato molto bene e avevamo un prodotto eccezionale che ancora oggi è molto ammirato e desiderato un pò da tutti.   Cosa si è perso secondo te dello spirito del mondo rally rispetto agli anni in cui eri tu protagonista? Credo che i Rally abbiano oggi come allora tanti appassionati, purtroppo i regolamenti e anche la mancanza di un costruttore italiano a livello ufficiale abbiano fato allontanare il grande pubblico. Abbiamo visto anche con l’Abarth, appena hanno fatto una macchina per ritornare nelle competizioni c’è stata un’esplosioni di interesse tra gli appassionati. Credo che rally siano una delle specialità dell’automobilismo più vicine al pubblico, più sentite, perché si corre con vetture, specialmente oggi, derivate dalla produzione. I rally quindi non potranno che migliorare nel loro impatto con gli appassionati.     A proposito dell’assenza di un costruttore italiano nel campionato del mando rally cosa ha rappresentato per te Lancia e più in generale da appassionato nel mondo del rally? Ricordo i miei anni, logicamente, sono gli anni in cui ho vinto e la Delta vinceva. Lancia ha sempre avuto una tradizione incredibile nei rally se pensiamo già dall’Aurelia B20, poi alla Fulvia con Munari, alla Stratos e la 037…diciamo che è un marchio che è sempre stato nei rally ed è sempre stato vincente. Quando Lancia decideva di scendere in campo gli altri sapevano che dovevano lottare per il secondo e terzo posto quindi ha fatto la storia di questa specialità ed io sono contento di essermi innamorato dei rally proprio perchè andavo a vedere delle prove speciali nella ia regione, il Veneto, la Lancia Stratos e vedevo passare Munari con la Fulvia nel rally di Montecarlo e quindi credo sia una pietra miliare della storia dei rally e dell’automobilismo.
Articolo precedente
Mercato auto 2016, +15,8% di vendite. Fca al top dal 2012. Bene Lancia
Articolo successivo
La collezione Lancia: tra passato e presente

Related Posts

Nessun risultato trovato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Compila questo campo
Compila questo campo
Inserisci un indirizzo email valido.

keyboard_arrow_up