Quando Enzo Ferrari inseguiva il sogno di una Lancia

In queste settimane si festeggia il 70° compleanno della Casa del Cavallino Rampante. Sono lontani gli anni in cui Ferrari guardava a Lancia con ammirazione e apprezzamento. Enzo Ferrari in persona, il mito per antonomasia dell’industria dell’automobile, era talmente attratto dalla tecnologia Lancia che nel 1952 scrisse al marchio torinese imparando – è proprio il caso di dirlo – per poter avere una Lancia Aurelia Coupé. All’epoca quella Lancia era la prima al mondo a montare un motore 6 cilindri a V costruito in serie. La lettera era stata inviata all’ing. De Virgilio, all’epoca progettista dell’auto. Nella lettera, di cui alleghiamo la riproduzione dell’originale a lata, Ferrari scrivere: “in data 13 giugno scrissi all’Ing Gianni Lancia esprimendo il vivo desiderio di venire in possesso di un Aurelia Gran Turismo con guida a sinistra…Mi spiace apprendere la di lei conferma dell’impossibilità da parte della sua Casa di accogliere questo mio desiderio e La prego di tenerlo nella migliore evidenza nel caso che in un prossimo avvenire l’Ing. Lancia decidesse di consegnare anche le Gran Turismo con guida a sinistra. Avevo pensato di realizzare nella mia officina una simile trasformazione…” Firmato: Enzo Ferrari Pensate quanto doveva valere l’immagine tecnologia della Lancia sessant’anni fa se Enzo Ferrari in persona (che in quell’anno stava vincendo con Ascari il primo mondiale F.1!) implorava di poterne avere una. E pensate a come è stato ridotto il marchio oggi, dopo tanto investimenti sbagliati. (fonte RuoteClassiche)

Quando la Lancia batteva la Ferrari

Una sfida fra la Casa del Cavallino Rampante e quella dell’Elefantino attesissima da migliaia di tifosi. Nessun altro è in grado di inserirsi nel loro duello. Infatti, con una singolare decisione, l’Alfa Romeo non ha iscritto la 3500, dopo il successo nel G.P. Supercortemaggiore, la Mercedes è concentrata sul ritorno in Formula 1, le case inglesi (Aston Martin DB3 e DB3S, Austin Healey, HWM) non sono all’altezza, e lo stesso vale per la Maserati A6GCS sperimentale con motore da 2.500 cmc. Lancia schiera gli spider D24 3.284 cmc. con 240 cv, automobili con una cilindrata tutto sommato “modesta”, ma molto maneggevoli e affidabili. In pratica una sintesi della filosofia progettuale di Jano, anche se è doveroso non dimenticare che la motoristica è opera di Ettore Zaccone Mina, ingegnere alla Lancia sin dal 1936. Auto straordinarie, che non potevano che essere affidate a piloti straordinari: Alberto Ascari, Piero Taruffi, Eugenio Castellotti e Valenzano. Una grande vittoria, dunque, che convinse Gianni Lancia, il primo tifoso della Casa dell’elefantino, ad intraprendere la difficile strada delle competizioni anche in Formula Uno. Lo fece con successo realizzando la D50 F1:che divenne subito la vettura da battere nel 1955. Ma il destino aveva in serbo un amaro futuro: infatti, proprio Alberto Ascari perse la vita mentre provava a Monza una Ferrari dell’amico Castellotti. Questa tragedia e il sopraggiungere di problemi finanziari determinarono la fine della Squadra Corse Lancia che si ritirò dalle competizioni e regalò tutte le sue auto alla scuderia Ferrari. Con una D50 F1 appena modificata la Ferrari, vinse il Mondiale 1956 con Juan Manuel Fangio.

Buon Compleanno, Ferrari!

 

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