La nostra recensione del Lancia design day

Il 28 novembre 2022 si è tenuta presso la Regia di Venaria l’attesissima presentazione di quello che è stato definito il primo evento della nuova era di Lancia.

Tra le parole e le attese il 28 novembre abbiamo assistito al primo evento della nuova era di Lancia. Abbiamo aspettato qualche giorno cercando di valutare a mente fredda le novità comunicate dal CEO Luca Napolitano, leggendo uno ad uno i vostri commenti per poter qualificare quello che gli analisti oggi chiamano “sentiment”, l’umore dei lancisti che popola i nostri social, che ricordiamo sono quelli più seguiti dopo la pagina ufficiale.
𝗨𝗻 𝗽𝗶𝗰𝗰𝗼𝗹𝗼 𝗽𝗮𝘀𝘀𝗼 𝗶𝗻𝗱𝗶𝗲𝘁𝗿𝗼.
È il 30 ottobre del 2012 e Marchionne durante un evento pubblico dichiarerà “Lancia ha un appeal limitato fuori dall’Italia. Dobbiamo abbandonare l’illusione che il brand Lancia ritorni a essere quello di un tempo”. Da allora un lento sgretolarsi di una storia che concretamente si tradusse nella decisione di ritirare il marchio Lancia dai tutti i mercati esteri, l’obiettivo unico era quello di portare a fine carriera la piccola Ypsilon per poi porre la parola fine. Il destino sembra ormai segnato: nessun nuovo modello allo studio per i prossimi anni, investimenti zero e quell’epilogo strillato in tutto il mondo dalla chiusura dei siti web esteri. Persino in Italia dalle pagine ufficiali di Lancia sparisce la sezione storia quasi fosse un pesante orpello da occultare per evitare di soppressare il fallimento e lo scempio inferto a questo grande marchio.
𝗖𝗮𝗺𝗯𝗶𝗮 𝗶𝗹 𝘃𝗲𝗻𝘁𝗼?
In questi dieci anni qualcosa però si è messa di traverso a questo progetto: intanto centinaia di migliaia di appassionati sui social e durante i raduni, magari in modo sanguigno, partigiano, istintivo, hanno gridato tutto il loro sdegno confermando l’interesse e la vitalità di Lancia anche quando in realtà si sarebbe dovuto celebrare il funerale. Questa cosa non era certo scontata: a poche aziende in chiusura è stato dedicato questo tributo.
Secondo, la Ypsilon ha dimostrato negli anni un’impressionante capacità di sopravvivenza anche oltre le aspettative. Nel mercato italiano è praticamente sempre rimasta nelle posizioni di vertici ininterrottamente dal 2011 nonostante un’agguerrita concorrenza con volumi di vendita che molte case sognerebbero per un proprio modello.
Terzo, con la fusione di FCA nel gruppo Stellantis finalmente abbiamo a capo del gruppo una persona, Tavares, che oltre ad avere una profonda conoscenza del settore automotive, e non solo di finanza, è anche un grande appassionato di motori. La decisione di ridare ossigeno a Lancia è merito suo, poi per carità sicuramente avrà pesato questa decisione dopo aver valutato con attente analisi di mercato quanto la passione lancista era comunque sopravvissuta ad una decade di silenzi.
𝗜𝗹 𝗴𝗿𝗮𝗻𝗱𝗲 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗼
Arriviamo quindi al 28 novembre giorno del Lancia Design Day. Un evento dedicato al design e non una conferenza stampa sul futuro del marchio, quindi non si poteva pretendere altro. Le attese erano tante e il rischio di scontentare direttamente proporzionale al desiderio di vedersi restituire tutto quello che era stato cancellato. Napolitano ha chiaramente condito l’evento con forti richiami a quella tradizione lancista per cercare in qualche modo di rispondere al quesito principale che aleggiava nella sala: dove eravamo rimasti? I video emozionali conditi dai modelli storici finalmente esibiti con orgoglio possono chiaramente dare il senso di un percorso che da quella storia cerca linfa per legittimare il suo futuro costruito praticamente da zero, o meglio, dalle macerie. Dopo la lunga premessa occorre dire che questo evento sarebbe già miracoloso, considerato il destino segnato di qualche anno fa: un Lancia Pride che forse era necessario per motivare più il team che lavora al rilancio piuttosto che a riscaldare i cuori degli appassionati a cui infatti non è stato dedicato alcun richiamo.
𝗖𝗼𝘀𝗮 𝗰𝗶 𝗲̀ 𝗽𝗶𝗮𝗰𝗶𝘂𝘁𝗼?
Sicuramente ci ha convinto la visione prospettata, l’idea di dare una prospettiva a 360° di quella che sarà l’evoluzione dello stile delle nuove Lancia partendo dalle forme classiche ma guardando al futuro senza impantanarsi in un’operazione nostalgia.
𝗖𝗼𝘀𝗮 𝗻𝗼𝗻 𝗰𝗶 𝗲̀ 𝗽𝗶𝗮𝗰𝗶𝘂𝘁𝗼?
Avremmo voluto vedere qualche render di ispirazione “concreta” dei nuovi modelli. L’operazione Lancia Pu+Ra 0 è un esercizio di stile che al di la del fascino modernista può definire tutto e niente. Vedere un bozzetto, almeno della nuova Ypsilon avrebbe dato peso a tutta la narrazione.
𝗡𝘂𝗼𝘃𝗼 𝗹𝗼𝗴𝗼 𝗴𝗶𝗼𝗶𝗲 𝗲 𝗱𝗼𝗹𝗼𝗿𝗶
Il logo è già un passo avanti, rispetto a quello attuale, ha comunque diviso i nostri follower in un sondaggio sul gruppo di SaveLancia, spaccandoli esattamente a metà tra chi ha gradito e chi meno: bello il riferimento agli stilemi classici ma l’utilizzo del font simil Dacia ha fatto storcere il naso a molti.
𝗖𝗼𝗻𝗰𝗹𝘂𝘀𝗶𝗼𝗻𝗶
Quello che abbiamo visto è stata sicuramente l’occasione, apprezzatissima, per collocare il primo mattone di quello che sarà il futuro del marchio, e se il “sentiment” degli appassionati sui social ha di fatto promosso a piena sufficienza l’evento, c’è da ribadire che la strada per il rilancio del marchio ha bisogno – ora – di qualcosa di concreto e non solo evocativo. Le date di rilascio dei nuovi modelli sono troppo lontane e il rischio della sindrome “Fabbrica Italia”, nome del famoso piano industriale flop del 2010, è sempre dietro l’angolo.

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